lunedì 20 febbraio 2017

Biotestamento e Dat: la medicina italiana dice "no"

testamento biologico datBen quattro facoltà romane di Medicina –Sapienza, Policlinico Gemelli, Tor Vergata, Campus Biomedico– sono scese in campo con un secco “no” alla proposta di rendere vincolanti le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat) nella legge sul fine vita in discussione alla Camera.
La questione è seria, il testo base prevede che il medico sia vincolato dalle disposizioni rilasciate dal paziente -chissà quanto tempo prima-, anche quando vi sia la richiesta di sospensione di nutrizione ed idratazione. I medici, quindi, saranno obbligati a far morire di fame e di sete i loro pazienti dato che cibo e acqua non sono terapia, ma supporti esterni che «soddisfano esigenze fisiologiche», come ha ribadito tre anni fa il Consiglio d’Europa.
Autorevoli esponenti della medicina italiana sono così scesi in campo. «Questa legge mina in profondità l’aspetto più cruciale della professione medica, la relazione medico-paziente»ha affermato Sebastiano Filetti, preside della facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza. Preoccupazione anche per il dott. Giorgio Minotti, oncologo e preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma: «Viene scardinato così tutto quello che insegniamo agli studenti circa la relazione medico-paziente. I nostri medici non sono preparati a fronteggiare un cambiamento del genere. E c’è tutto un mondo intorno della famiglia che non viene tenuto in alcun conto»E ancora«L’introduzione delle Dat vincolanti per il medico, riduce il suo ruolo a quello di un erogatore di prestazioni.....


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